LO STATO DI FLOW
Dopo aver soddisfatto i bisogni basilari che sono mangiare, dormire, proteggersi, stare in comunità secondo la piramide dei bisogni di Maslow, c'è il bisogno di autorganizzazione ossia di felicità.
Csíkszentmihályi, padre della psicologia positiva, sostiene che le persone raggiungono la massima felicità quando sono in uno stato di flow, cioè di totale concentrazione e assorbimento in un’attività. Il flow (o esperienza ottimale) può essere ricercato con la consapevolezza e le giuste conoscenze, e diventare uno strumento per sbloccare risorse interne a noi che consentono di dare il meglio di sé.
Otteniamo quindi la felicità quando la vita stessa diviene una lunga esperienza ottimale in cui tutte le esperienze sono interconnesse e ordinate. Il flow è uno stato di pieno coinvolgimento nella vita, è uno stato di coscienza irrinunciabile per la nostra autorealizzazione. L’esperienza ottimale o esperienza di qualità ha alla base una buona consapevolezza di sé.
COME SI ARRIVA ALLO STATO DI FLOW?
La ricerca di questa esperienza, dello stato di flow, porta la persona a prendere una direzione verso sfide che lo impegnano e diminuiscono la disponibilità allo stress e all’ansia, prevengono la monotonia del vivere e addirittura modificano la percezione di fallimento dopo una caduta e l’impotenza che ne deriva.
RICERCA DI ATTIVITÀ
Le esperienze ottimali riguardano la ricerca di attività che non sempre sono fonte di piacere. Inizialmente, infatti, perseguire le esperienze ottimali può essere faticoso (es. iniziare uno sport, leggere un libro complesso, un obiettivo lavorativo, un esame); eppure queste esperienze possono diventare i momenti migliori di una vita. Non è mai facile, infatti, acquisire il controllo della propria vita e può essere a volte molto doloroso.
Inseguire l’esperienza ottimale come scopo significa diventare più consapevoli di essere partecipi nel determinare il contenuto della vita stessa. E questo sentimento è molto vicino alla felicità. Muoversi oltre la “semplice” resilienza (ossia la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà) per sviluppare quell’antifragilità insita in ogni essere vivente.
COME É STATA STUDIATA
L’esperienza del flow è stata studiata intervistando inizialmente degli “esperti” in materia come atleti, artisti, musicisti, maestri di scacchi e chirurghi. Lo psicologo e i suoi collaboratori hanno raccolto le loro risposte su cosa provavano mentre svolgevano la loro attività. Lo stato mentale di queste persone veniva descritto nello stesso modo: “uno stato in cui sei così coinvolto che sembra non conti altro”.
Ampliando il campo delle interviste, Csíkszentmihályi arriva a concludere che lo stato di flow non è prerogativa soltanto di alcune élite. La stessa esperienza era descritta con le stesse parole da persone appartenenti a ceti sociali, luoghi di nascita, culture e professioni molto diverse: donne anziane coreane, adulti indiani o tailandesi, adolescenti di Tokyo, pastori Navajo, contadini delle Alpi italiane o operai delle catene di montaggio di Chicago.
Quindi auguro di cuore a tutti voi di trovare il vostro flow!
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