Quante volte è capitato di iniziare una dieta e nonostante gli sforzi e le privazioni non riuscire a perdere peso, ottenendo come unico risultato quello di aumentare lo stato di frustrazione?
Da cosa dipende tutto questo e soprattutto è possibile riprendere in mano il controllo della situazione?
Fortunatamente la risposta è sì (YES, WE CAN!).
Le motivazioni che portano ad un “blocco metabolico” e al conseguente stallo o aumento di peso sono molteplici così come le angolazioni dalle quali affrontare l’argomento, ma visto che da qualche parte dovremo pur iniziare allora partiamo dallo STRESS.
Per il nostro progenitore ancestrale una situazione di stress era rappresentata da una belva feroce che minacciava la sua vita o dalla necessità di procurarsi cibo cacciando quindi tutte le sue energie erano proiettate verso la realizzazione di due eventi in particolare: attacco e/o fuga.
Il problema è che il nostro corpo ragiona ancora come quello dell’uomo primitivo dal quale ci siamo evoluti, ma le situazioni di stress ora sono diverse. Di fronte a noi, come minaccia alla nostra incolumità, non c’è più una belva feroce bensì un datore di lavoro che ci vuole sempre più produttivi e non è mai soddisfatto del nostro lavoro, il traffico dell’ora di punta che ci imprigiona per ore in auto, i figli, le faccende domestiche ecc.ecc. La grande differenza tra il nostro stress e quello del nostro avo è che noi non attacchiamo e non fuggiamo fisicamente da qualcosa, ma lo subiamo in modo statico. E’ come se fossimo imprigionati in una grotta con una gamba rotta e minacciati da un branco di fiere.
Come traduciamo a livello fisiologico tutto questo?
Quando ci si trova in una situazione di stress acuto (percezione del pericolo immediato), il ritmo respiratorio aumenta e questo invia al cervello l’informazione che scatenerà una serie di reazioni predisponenti il fisico ad un attacco o alla fuga. Sostanzialmente si avrà un aumento del battito cardiaco, con maggior afflusso di sangue ai muscoli (e quindi di ossigeno), e glicogenolisi con conseguente mobilitazione delle scorte di glicogeno (e quindi di glucosio), per la produzione di energia (ATP) necessaria al movimento muscolare. Questa macchina perfetta che è il nostro corpo è quindi pronta per l’azione! Già, ma se in realtà noi non attuiamo nessun tipo di reazione fisica? E se lo stress da “acuto” diventa “cronico”? Ed ecco qui il nocciolo della questione: tutto quello che dovrebbe salvarci la vita in realtà si trasforma in un lento cammino verso l’accumulo di peso come conseguenza di un aumento degli zuccheri che, non utilizzati a scopo energetico, si accumulano sotto forma di grasso nel giro vita e nel fegato. L’accumulo di grasso a livello viscerale attiva un’escalation di reazioni che portano ad un aumentato rischio di insulino – resistenza (i nostri tessuti diventano “resistenti” all’insulina precludendole l’ingresso a livello cellulare e con lei anche al glucosio), sindrome metabolica con aumento dell’infiammazione low grade ed infine diabete. Il modo migliore per uscire da questo impasse sarebbe eliminare la fonte di stress, ma se ciò non fosse possibile non ci rimane che ridurre l’ormone maggiormente collegato allo stress, ovvero il CORTISOLO, con alcuni accorgimenti dietetici e di stile di vita. Il fulcro del problema è una situazione di stress mal gestita, che porta a delle conseguenze fisiche e ad un necessario intervento dietetico volto a migliorarle. Da tutto ciò è facile dedurre l’importanza di affrontare il problema combinando il supporto psicoterapeutico (gestione dell’ansia e dello stress), a quello nutrizionale (dieta sfiammante ed ipocortisolemizzante) e questo è il progetto MindFeed: un approccio multidisciplinare che ha come scopo fornire gli strumenti necessari per migliorare la qualità di vita a 360° e poter finalmente dire “YES, I CAN"!
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